IL GIRO DEL CENTENARIO

Si è concluso oggi il Giro d'Italia del centenario, un'edizione che francamente mi è parsa al di sotto delle aspettative e priva di vere vedettes.
Ha vinto il russo Menchov, al primo successo importante della sua carriera, cosa che la dice lunga sul livello della corsa rosa di quest'anno. Tanto per dire, lo scorso anno Alberto Contador aveva destato ben altra impressione.
Maluccio gli italiani, sebbene tutti nelle posizioni di immediato rincalzo: Di Luca non è riuscito a staccare il vincitore in salita, Pellizotti sembra sempre mancare del centesimo che serve per fare il milione, mentre Ivan Basso non è ancora quello di prima della squalifica (e i maligni sosterranno che le accuse avevano un loro fondamento).
Mi è parso però che gli organizzatori abbiano in qualche maniera peccato in certe scelte che alla fine si sono rivelate poco premianti. Da una parte, il percorso è apparso meno duro che in altre circostanze; dall'altra, la scelta di limitare a due e mezza le tappe alpine (e per giunta nella prima settimana di corsa) ha penalizzato gli attaccanti, in primis lo stesso Di Luca, che ha poi dovuto aggrapparsi alle pur interessanti tappe appenniniche dell'ultima settimana (con il Block Haus - già fatale a Merckx negli anni settanta, che lì prese la paga da Josè Manuel Fuente - limitato di cinque, forse determinanti chilometri). Premiati invece i passisti, che hanno potuto beneficiare della lunga e spettacolare - non foss'altro che per il percorso - cronometro delle Cinque Terre.
L'impressione, però, è che il ciclismo manchi da tempo di protagonisti all'altezza, o comunque anche solo ingombranti. Il rientrante Armstrong, al quale su queste pagine Francesco non ha lesinato critiche "etiche", non è più lui, anche solo per motivi anagrafici; Sastre - vincitore dell'ultimo Tour de France - è apparso discontinuo; Basso ancora lontano da una condizione accettabile; Di Luca troppo ancorato a tattiche piratesche; Simoni è sul viale del tramonto; Cunego un'eterna promessa mai del tutto sbocciata; Leipheimer, Pellizotti e tutti gli altri incompleti. L'unico corridore che appare al momento all'altezza di una grande corsa a tappe sembra appunto Contador, maglia gialla nel 2007 e rosa nel 2008. Il Tour ci dirà qualcosa di più.

LA FERROVIA GENOVA CASELLA: UNA GLORIA GENOVESE IN DIFFICOLTA'




Scampata miracolosamente alla falcidia che dagli anni sessanta in avanti ha colpevolmente sottratto al nostro Paese migliaia di chilometri di linee ferroviarie, la Ferrovia Genova - Casella sta attraversando uno dei momenti più duri della sua storia ottantennale.
Una sfortunata sequenza di problemi al materiale rotabile, uniti alla difficoltà di effettuare le normali operazioni di manutenzione per un serio inconveniente strutturale all’officina, ha costretto l’amministrazione della ferrovia a sostituire il settanta per cento dei convogli feriali con autoservizi gestiti dall’Azienda Trasporti Provinciali.
Sono poche le elettromotrici disponibili al momento, in attesa della riparazione di alcune unità, ma i tempi per mezzi così “specializzati” sono piuttosto lunghi (sei mesi per le riparazioni più leggere, un paio d’anni per quelle più complesse) ed allora bisognerà attendere ancora qualche mese per una completa ripresa del servizio ferroviario. Così una delle linee più suggestive d’Italia, meta di appassionati di ogni latitudine, compagna di viaggio per pendolari e turisti, è ora costretta a ricorrere ad autoservizi sostitutivi per sette delle dieci coppie previste nei giorni feriali e a rendere più complicata la vita di quanti (escursionisti, scout, famiglie) sono soliti approfittare del trenino più amato dai genovesi nei giorni festivi.
Qualcosa dovrebbe mutare a breve invece negli assetti societari. L’attuale proprietario della ferrovia, la Regione Liguria, ha in progetto una gara europea per l’esercizio e la gestione della linea. Sarà interessante vedere come si muoveranno i nuovi attori per il rilancio di una struttura fondamentale per l’economia delle zone attraversate e della stessa Genova.
A giorni sarà indetta, inoltre, una gara per la fornitura di un nuovo elettrotreno articolato a due o tre casse che abbia caratteristiche adeguate alla linea (buone capacità arrampicatorie e poca aggressività nei confronti del binario) con un finanziamento di 4,4 milioni di euro. La formula ideale sarebbe quella del “tram-treno”, già diffusa in Europa e non ancora in Italia, proprio per la sua leggerezza e versatilità, e sarebbe auspicabile l’acquisto di più convogli di tale tipo per ammodernare l’intero servizio di questa tipica ferrovia.
Certo adesso spiace vedere questo gioiello di ingegneria ferroviaria in tale condizione di fatica. Ma il trenino, in ottant’anni di storia, ha già vissuto momenti difficili, e saprà superare anche questo, visto che le prospettive non mancano.

CON IL BICCHIERE IN MANO...

E’ diventato assai di moda, da oltre un decennio a questa parte, l’atteggiarsi ad intenditori di vino. Proliferano i corsi, ufficiali e non, per diventare degustatori, sommelier, assaggiatori, collaudatori, bevitori, enologi, cantinieri, e chissà quante altre tipologie, più o meno riconosciute, più o meno valide.
Affronteremo altrove questo argomento: per ora mi voglio limitare ad un richiamo più generale che riguarda il rapporto che noi italiani abbiamo con il vino. Un rapporto culturale, oso dire, perché questo mi ha insegnato la lettura di quel fuoriclasse (anche di lui parlerò con maggiore dettaglio) di Luigi Veronelli, il padre assoluto dell’enologia italiana nonché del giornalismo enogastronomico.
Il rapporto è tra chi beve ed il “suo” vino. Compri del buon vino, diceva Veronelli, se lo sai riconoscere buono.
Proprio su questo concetto richiamo la tua attenzione, amico che transiti al Casello. Non “vino costoso”, o super referenziato, o tre bicchieri e cinque damigiane nella guida Pirletti: ma quello che interagisce con te, e che tu sai riconoscere buono.
Evviva, allora, i produttori a te noti, come le tante cantine sociali che prosperano nel nostro nord ovest, ed in particolare subito alle spalle dell’Appennino Ligure. Vini del territorio, fatti con l’uva conferita dal vignaiolo, che sa bene come condurre i propri filari. E produzioni che, ad onta di prezzi alla portata di tutte le tasche, si fanno ben valere anche nei tanti concorsi che annualmente si tengono ovunque per il mondo.
Non mi posso dimenticare quella sera che, dopo una suggestiva salita zaino in spalla da Manarola, nelle Cinque Terre, ci trovammo in una splendida ed umbratile cantina di Volastra, dove venne spillato per noi – fresco premio alle nostre fatiche – un bicchiere del celebre Bianco di quelle terrazze famose in tutto il mondo.
Chissà quante di queste avventure hai vissuto tu, amico del Casello: perché non le racconti, qui, nei commenti?

QUANDO UN SITO ESPRIME PASSIONE

Questa volta è Fabrizio, che manda spesso i suoi treni sulle linee sorvegliate dal nostro Casello, a suggerirci di fare una tappa. Dove? Su un sito internet: www.parpaiun.org
Il mondo internet e' oggi un insieme cosi' vasto ed articolato che provare a descriverlo e' impresa ardua e presuntuosa. Un caso pero' vogliamo segnalarlo, perche' rappresenta un esempio particolare. Da lontano infatti, il sito di cui vogliamo parlarvi sembra come gli altri. Ma appena ci si avvicina si scopre che non e' cosi'.Parliamo del sito www.Parpaiun.org. Il sito parla del Comprensorio di Sangiacomo di Roburent. E gia' qui parte una particolarita'. Perche' il concetto di Comprensorio, di paesi uniti e sinergici e' stato ideato e portato avanti proprio da questo sito. Ma chi lo gestisce? Dietro c'e' un'Associazione culturale ma la storia e' più' complessa. Un piccolo gruppo di turisti (villeggianti come sono chiamati in queste zone) per passione decide di mettere su un sito. Non solo per presentare (meglio) le localita' in questione (non una ma tutte insieme, da qui il Comprensorio, superando quindi rivalita' da campanile), ma anche e soprattutto per costruire qualcosa di nuovo. Intanto un punto di incontro, virtuale, tra turisti, residenti, operatori turistici ed amministratori pubblici. Un luogo dove dibattere, scambiarsi idee, proporre. Per farlo il sito attiva un forum, ampio e partecipato. A questo gruppo iniziale si aggiungono cosi' via via residenti ed altri turisti. Senza ricavi ne' interessi diretti, nasce cosi' un grande collettore di idee ed uno strumento di comunicazione efficace e diretto. A chi frequenta queste zone, nel monregalese, viene anche chiesto se vuole lasciare la propria mail. Periodicamente Parpaiun (che e' l'antico soprannome degli abitanti di Sangiacomo di Roburent) invia agli iscritti (oggi oltre 1.300) tutte le novita', le iniziative, le manifestazioni in programma, chiedendo altresi' a tutte le realta' locali (quali ad esempio le pro loco che hanno una loro bacheca sul forum) di comunicare gli eventi. Un circolo virtuoso dove si crea turismo ed interesse, dove si mantiene in collegamento il turista con la localita' dove ha la seconda casa oppure dove ogni tanto va in vacanza. Ricchissimo, come abbiamo detto, il forum. Ogni giorno si hanno le condizioni del tempo (visibili anche con una webcam), utili tutto l'anno ma unite d'inverno alle condizioni di strade, piste ed impianti. Anche le scuole di sci partecipano al forum, dove si trovano persino suggerimenti su gite a piedi, in mountain bike, a cavallo o con le ciaspole. Ricette, storia, aneddoti e molto altro. E se non si trova qualcosa si puo' sempre chiedere, qualcuno con efficienza e cortesia rispondera' velocemente. Potere della passione, perche' questa e' la vera particolarita' del sito. Che non vi fara' apparire dopo un po' finestre dove si consigliano acquisti o altro. Un sito semplice, diretto, genuino. Animato dall'affetto che un gruppo di persone hanno per questi luoghi. Merce rara. Anche su internet.

ARMSTRONG: UN MOSTRO DEL CICLISMO?

Da Francesco, il nostro più assiduo notista, un sasso in piccionaia sulla carriera di Lance Armstrong, il corridore texano vincitore di sette Tour de France: un fuoriclasse o un furbastro?
Non mi sono mai stati simpatici gli americani, per mille ragioni: storiche, politiche, militari, cinematografiche, culturali, alimentari e sportive.
Proprio nell’ambito dello sport, ho trovato l’“americano tipo”, quello che è antipatico per forza.
Il suo nome è Lance Armstrong, un ragazzone texano, ciclista professionista dalla storia, personale e agonistica, infinita.
Ciclista di buon livello, ad un certo punto della sua vita si ammala di tumore, fa commuovere il mondo intero per la sua tenacia nel voler sconfiggere il cancro e risalire in bici.
Lance, che oggi ha 38 anni, ha però subito destato più d’un sospetto: torna in sella e diventa una “macchina” da guerra…anzi una bici a motore!
Molti colleghi lo accusano di assumere sostanze dopanti, mascherate dai farmaci che è obbligato a prendere per proseguire la terapia di prevenzione anticancro.
Vince Tour de France a ripetizione, 7 per la precisione…ma non riesce a vincere due rivali.
Il primo fu Marco Pantani: niente da fare, in salita il Pirata di Cesenatico aveva una marcia in più.
Nel 2000, al Tour va in scena la tappa più dura:il terribile Mont Ventoux.
Pantani era fuori classifica e al primo accenno di vera salita, via la bandana e su, sui pedali a “menare il ritmo”; l’odioso texano, circondato da compagni di squadra, cede dopo poche pedalate.
Armstrong, favorito dal lavoro dei suoi gregari, recupera il Pirata quasi all’arrivo ma, in volata, vince l’italiano.
Ai giornalisti “Turbo” Lance dichiarò: “l’ho fatto vincere, per non sprecare energie”; Pantani, che non ricevette alcun regalo, andò su tutte le furie e giurò vendetta (agonistica) all’americano; purtroppo, per le amare e tragiche vicende che conosciamo tutti, quella rivincita non fu mai disputata!
Il secondo nemico di Armstrong è Filippo Simeoni: l’italiano, vincitore 2008 del Campionato Italiano di ciclismo e detentore della maglia tricolore, non è un rivale in gara, ma un vero e proprio nemico del texano nella vita.
Il Campione Italiano, nel 2002 dichiarò d’aver comprato delle sostanze dopanti dal medico di Armstrong e, rivelò senza problemi, che lo stesso dottore gli disse che anche il texano faceva uso di sostanze dopanti.
Da quel momento Lance dichiarò una guerra spietata all’italiano, fatta di minacce in gruppo e ritorsioni sportive e non; il culmine fu una tappa del Tour del 2004, quando Simeoni andò in fuga e Armstrong mise tutta la sua squadra a “lavorare” per riprenderlo.
Raggiunto il corridore lombardo, lo minacciò dicendogli: “Tu non puoi! Comando io!”.
Da allora, ci furono mille altri screzi tra i due; alla fine del 2007 Lance si ritira, ma senza grosse sorprese decide di ritornare in sella a fine 2008; decide di partecipare a Giro d’Italia e Tour de France.
E’ di oggi la notizia che la squadra della maglia tricolore Filippo Simeoni è stata esclusa dal Giro, a pochi giorni dalla partenza, senza una motivazione precisa da parte degli Organizzatori.
Il corridore Italiano ha dichiarato:”Secondo voi, chi c’è dietro la mia esclusione? Ora basta, sono arrabbiato e deluso, restituirò la maglia tricolore”.
Ancora una volta, lo Zio Sam è venuto in Italia a comandare.