L'ASSOCIAZIONISMO CATTOLICO GENOVESE DA' LA SVEGLIA ALLA CITTA'

Bello, partecipato, coinvolgente: questa in sintesi la valutazione che si può esprimere sulla tavola rotonda: “Voi siete la luce del mondo”, organizzata dall’associazionismo cattolico genovese allo Starhotel di Corte Lambruschin sabato 13 novembre.

Già la scelta della sede non è stata casuale: un luogo “laico”, fuori dai consueti circuiti, una sorta di declamazione di quanto il mondo cattolico genovese voglia dimostrarsi presente nella società.

E originale è stata anche la formula: un relatore d’eccezione, Mons. Ugo Ughi, Vice Assistente Generale di Azione Cattolica, e poi un semicerchio di sedie, proprio di fronte al pubblico, nel quale le associazioni ed i movimenti presenti in sala hanno raccontato la loro esperienza e la strada da percorrere nella realtà genovese e ligure.

A fare gli onori di casa è stato Don Stefano Olivastri, Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Genova, che ha enfatizzato il significato del camminare assieme, ognuno con le proprie specificità. Ci si scopre reciprocamente, ha detto Don Stefano, ricchi e portatori di punti di vista che l’altro non riesce a vedere.

Mons. Ughi, marchigiano, con il suo tratto mite ed efficace, ha dapprima ripercorso la storia del sussidio che ha fatto da spunto per l’incontro. Alla base c’è la Sacra Scrittura, data l’importanza di “tenere fisso lo sguardo su Gesù”, come recita la Lettera agli Ebrei. Va quindi rivalutato nella società odierna il ruolo della domenica, giorno dell’Eucaristia e dell’incontro comunitario, come primo giorno della settimana, quello al quale informare gli altri giorni, proprio in un contesto in cui si tende verso l’esatto opposto.

Nella comunità, ha proseguito Mons. Ughi, va inserita la comune consapevolezza delle diverse aggregazioni di essere membra dell’unico corpo:la Chiesa. In essa Ciascuno ha un proprio ruolo, ed essa ne è la sintesi, per comporre le differenze e non per appiattirle. Ad unire i cristiani sono la comune umanità, la Fede, la vita. Una “forza d’urto” benefica e pacifica che si possa contrapporre ad una rissosità sociale che sembra premiare sempre e solo chi urla.

Ma poiché la mitezza non va confusa con la mimetizzazione, ecco nascere l’esigenza per i cristiani di essere lievito nella società: parole d’ordine diventano quindi la formazione, anche degli adulti, e l’impegno sociale.

Cosa fare, si è chiesto in conclusione di intervento Mons. Ughi, nel concreto? Anzitutto stabilire autentiche relazioni fraterne. E poi capacità di ascolto della voce del Signore, che oggi ci parla nella storia, e poi la capacità di discernimento comunitario, nella collaborazione con gli altri, ricordando sempre che si è cristiani per gli altri e non per se stessi.

Un primo senso alle parolew di Mons. Ughi è arrivato nella seconda parte del pomeriggio, dove tutte le aggregazioni presenti sono intervenute prendendo posto a fianco del relatore, sotto la guida di Giuseppe Viscardi, moderatore dell’incontro, formando un semicerchio che si poneva come ideale continuità con il pubblico.

Ognuno ha illustrato la propria storia ed il proprio modo di contribuire alla vita della Chiesa, incarnando nella realtà genovese odierna i propri progetti, condividendo lo spirito dell’evento.

In chiusura è stato nuovamente Mons. Ughi, con la sua grande carica di umanità, a rispondere alle osservazioni di un pubblico numeroso e partecipe.

Un’esperienza positiva ed innovativa che avrà sicuramente un seguito: gli organizzatori, infatti guardano alla prossima primavera per un nuovo, possibile appuntamento.