JE SUIS CHARLIE?

Ho voluto riflettere un po’ prima di esprimermi sulla ormai famosa – famigerata – vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto che ha sconvolto le nostre regioni centrali.
Ho letto qualche parere in giro, e soprattutto ho cercato di non farmi condizionare da nessuno stereotipo (sono francesi e quindi spocchiosi, siamo italiani e quindi boh), e se devo essere sincero non sono riuscito a farmi un’opinione netta e precisa. Mi limito a qualche considerazione sparsa, frammentata più che frammentaria, e soprattutto rigorosamente personale.
La prima è che la vignetta è di pessimo gusto. Non fa ridere, nemmeno un appassionato di umorismo macabro. Tra l’altro, avendo la fama di originalissimi dissacratori, gli autori si smentiscono in modo clamoroso, proponendo quanto di più ritrito e ricicciato possa esistere in materia di stereotipi: la pasta, la “via italiana al sisma”, eccetera. Non mi offende come italiano: mi delude – a dir poco - come lettore.
Ironizzare su un sisma, cioè un evento naturale che semina morte e distruzione, è poi una cosa ben diversa su provare a illustrare a matita – che so? – gli effetti di un bombardamento. Anche solo sostenere la tesi delle responsabilità umane (che ci possono anche essere, ma indirette) in un terremoto, ad esempio perché le cose si fanno “all’italiana”, cioè male, è un’idea pessima, che non credo rappresenti il pensiero di nessun altro che non sia l’autore.
Da ultimo, però, mi chiedo dove siano finiti tutti i sostenitori della libertà di stampa e della democrazia, che avevano gridato all’orrore quando la redazione del giornale francese era stato oggetto del vile e intollerante attentato terroristico che tutti ben ricordiamo.
La libertà, e il pensiero “liberale” che dovrebbe esserne insieme causa ed effetto, non può valere solo se chi scrive o parla se la prende con qualcun altro. La libertà va difesa a prescindere, anche quando produce cessi in forma di vignetta come quello sul terremoto.
Liberi loro di pubblicare. Liberi noi di dire che quanto pubblicato non ci è piaciuto per niente. Ma liberi.