Due riflessioni sulla vicenda AMT, che
a Genova sta creando disagi e discussioni da giorni, generando una
eco che va ben al di fuori dei confini liguri, risonando ormai in
tutte le edizioni dei telegiornali.
La prima è che i servizi pubblici, in
quanto pubblici, devono mantenere una regia pubblica. Noi del
“Casello” siamo sicuramente liberali (ma nel senso migliore) e un
po' reazionari, ma su questo non possiamo transigere: acqua pubblica,
trasporti pubblici, e via discorrendo.
Tanto più che la vicenda AMT è una
privatizzazione da operetta, non dissimile a quella azzardata a suo
tempo dalla giunta Pericu. Servono soldi, non soci, per l'incapacità
di trovare soluzioni tecniche e politiche adeguate.
E qui andiamo alla seconda riflessione:
riguarda l'incompetenza di chi gestisce e ha gestito il trasporto
pubblico genovese da... sempre. Eppure Genova possiede fiori di
esperti in materia: ma no, la presunzione di sapere e di essere
capaci da soli...
Un invito, a tutti: andatevi a
rileggere il programma di “Gente Comune”, nella parte riservata
ai trasporti. C'era scritto tutto, e bene.
Essere tra quelli che “lo avevano
detto” non cambia nulla, e semmai aumenta i rimpianti. Ma per lo
meno non rende complici dello scempio al quale stiamo assistendo, che
alla fine ha un solo titolo: i genovesi si vogliono male, e
continuano a votare sempre gli stessi. I carnefici.