Credo che la
disaffezione della gente verso la politica non sia mai stata così
forte. L’impressione di distacco non è più e solo verso la
politica, verso la “partistica”, verso le beghe e le discussioni.
Oggi appare chiara la disaffezione verso la partecipazione, che è il
vero valore, ed è (sarebbe) l’unica cosa da salvaguardare
veramente.
Si ha cioè la
sensazione che la gente non creda più al fatto che le scelte operate
dalla politica incidano sul serio sulla vita di ciascuno. Tolte forse
le tasse, subite come un sopruso (spesso a ragione), e oggi
finalizzate ad un qualcosa che non ci tocca nell’esistenza
quotidiana ma solo nel portafoglio.
Tutto questo per
dire che anche la scelta su chi governerà la Liguria nel prossimo
quinquennio è lontana, lontanissima da noi.
I candidati, di
fatto, non esistono: tra chi è visto come (e probabilmente rappresenta) la
continuità con l’ultimo, pessimo, sfigato e portasfiga decennio
che, se invece ci credessimo, dovrebbe essere un buon motivo per
votare chiunque altro, e chi – non ligure – viene calato
dall’alto, al posto di chi invece ligure sarebbe e le battaglie le combatte davvero; e chi ancora rappresenta il nulla totale dimostrato in
pochi anni di inutile blaterare a vanvera, capace solo di espellere
le voci dissenzienti e di candidare perfetti sconosciuti armati di sola buona volontà ma del tutto privi di idee; ed infine chi continua a portare avanti un’idea
di sinistra radicale e movimentista sconfitta inesorabilmente dalla
storia (ma c’è chi – vedi il 25 aprile – continua ad usare la
storia a fini politici, quindi siamo a posto…), beh, siamo in
pessime mani.
Il fatto poi che
le elezioni siano nel bel mezzo del primo, vero ponte estivo
incoraggerà il partito dell’astensione, che sarà, di gran lunga,
il vero vincitore delle elezioni regionali.
Il risultato
sarà che chi prenderà, più o meno, il 35% dei voti su una
percentuale di votanti che potrebbe attestarsi al 50%, reggerà tutta
la Regione per cinque anni. Cinque lunghi, lunghissimi, tristi anni.
Se togliamo chi non può votare per motivi di età, con poco più del
10% dei residenti si dirà legittimamente che la maggioranza ha
espresso la nuova classe dirigente.
Non so se chi
crede tanto nella democrazia la voglia in questo modo. So che la
partecipazione è un’altra cosa.
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