Un’Italia
strana e silenziosa, quella che si è presentata all’alba dell’anno
nuovo. Come se ci fosse una certa resistenza a farsi vedere, a mostrarsi
vivi o anche soltanto
impegnati e partecipi. In primavera inoltrata si terrà un’importante
tornata amministrativa, e ad oggi i cittadini di molti centri importanti
non sanno nemmeno chi concorrerà alla poltrona di sindaco. Ben diversa
era l’atmosfera nel 2012, quando le liste proliferavano
e in molti casi la competizione (anche interna agli schieramenti)
sembrava attiva e portatrice di grandi novità. Sarà che le novità non
sono arrivate, ma questa situazione soporifera porta davvero i segni
della disaffezione verso le istituzioni.
E’
cambiato – in coda ad una netta e tutto sommato meritata sconfitta
referendaria – persino il governo centrale, e davvero sembra non sia
cambiato niente, se non che tanti
(visti gli atteggiamenti della Consulta) sembrano avere una voglia
matta di andare a votare, piuttosto senza sistema di conteggio dei voti,
purchè lo si faccia: ma allora torniamo al punto precedente, ossia la
scarsa voglia di partecipare.
Alla
fine l’Italia reagisce solo davanti alle tragedie, come quelle che a
più riprese e in più modi hanno colpito il centro del Paese. Quelli che
in Liguria sono gli “Angeli
del fango” sono gli unici, veri angeli. Un’idea, una provocazione: e se
facessimo decidere di più al mondo del volontariato, e meno a quello
della politica?
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