Mentre
scrivo queste note non so ancora come andrà a finire la partita che
lunedì 3 aprile vedrà di fronte Inter e Sampdoria. Però due
considerazioni volanti mi sento di esprimerle.
La
prima riguarda entrambe le squadre. Hanno al timone due tecnici
italiani ancora giovani e motivati, con idee di calcio moderne e
concrete. Possono non piacere – parlo delle
idee – ma in campo sono riconoscibili in modo chiaro. Si basano sul
buon senso e sul materiale umano a disposizione, ottimo per tutte e due
le realtà se si fa riferimento ai rispettivi obiettivi.
Credo
non sia un caso che, mentre a livello talenti la serie A e il calcio
italiano attraversino una fase di transizione, i nostri tecnici siano
tra i più apprezzati a livello
internazionale e siedano su panchine di grande prestigio. E’ molto più
raro il contrario.
La
seconda considerazione riguarda la Sampdoria, che ha vinto anche il
secondo derby della stagione, con pieno merito. E mentre la partita
d’andata era stata più equilibrata
e aveva visto trionfare la sagacia tattica di mister Giampaolo, la
partita di ritorno ha evidenziato un gap netto in termini tecnici. I
giovani a disposizione del tecnico abruzzese sono cresciuti molto nel
corso dell’anno, anche proprio grazie alla pazienza e alle virtù didattiche dell'allenatore, e se qualcuno deve ancora dimostrare
di valere quanto ci si attende, altri appaiono già maturi per traguardi
più impegnativi.
Sarà
questa, credo, la sfida del prossimo anno, non meno di quella che
attenderà la dirigenza blucerchiata in sede di mercato per non
disperdere in poche settimane quanto di
buono realizzato in un anno di lavoro intenso e proficuo.
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