IL SINDACO CHE VORREI AL POSTO DELLA SINDACHESSA CHE NON C'E'

La “mala gestio” della sindachessa lessa non conosce confini. La città è allo sbando, e non solo per colpa sua. Lei è l’ultima di una serie di sindaci nefasti, le cui conseguenze tutti i genovesi portano addosso, salvo dimenticarsene in sede di votazione. Più che di “sindrome di Stoccolma”, bisognerà iniziare a parlare di “sindrome di Genova”.

Basti pensare alla dilettantesca e penosa gestione della mobilità cittadina, passata dal ridicolo Merella, che ci faceva prendere in giro a livello nazionale, all’incompetenza dell’attuale gestione Pissarello & soci. L’assessore Arcangelo, estromesso da tempo – va appena ricordato che quando decise di presentarsi ad un’elezione prese più o meno i voti dei propri familiari, e nemmeno tutti -, si è permesso di recente di criticare l’attuale giunta dalle colonne di un noto quotidiano (della serie: quando c’ero io, Genova sì, che…). Per chi avesse la memoria corta, cogliendo fior da fiore, Merella è colui che – parlando del rifacimento della soletta sopra il Bisagno, alla Foce – disse fiero: dobbiamo chiedere 24 mesi di sacrifici ai Genovesi. Era l’autunno del 2004…

Oggi, con l’AMT in difficoltà interne ed esterne e con colpe equamente distribuite tra tanti attori, con una città che non decolla e non funziona, l’unica preoccupazione è quella di mettere la mordacchia a quanti si fanno portatori di dissenso. In perfetto stile sovietico. Avete mai provato a contraddirla, la Crudelia De Mon di Tursi?

L’ultimo esempio qualche settimana fa. Il gruppo Facebook “Mandiamo a casa Marta Vincenzi” ha organizzato un evento informatico brillante: tempestare il server di Tursi con una mail di cittadini insoddisfatti basata su un testo condiviso, che esprimeva la vergogna di essere rappresentati dalla Maga Magò della Valpolcevera. Ne sono state spedite almeno un migliaio: non una cosetta da niente. Il promotore, Maurizio Gregorini, brillante e volitivo uomo di cultura, è stato contattato dalla PS perché si assumesse ufficialmente la paternità del gesto. Stop. Nessun altro riscontro. Né sulla stampa cittadina, che ha fatto passare sotto silenzio l’iniziativa, né sull’emittenza radiotelevisiva. Né, tampoco, con reazioni dell’interessata. Che si offende, si picca, si rabbuia. Ma non risponde. Perché non ha argomenti – i suoi limiti caratteriali, politici ed amministrativi ormai sono proverbiali -, e perché non ritiene gli interlocutori all’altezza.

A volte mi chiedo: che sindaco vorrei, domani? Uno che risponde e parla con tutti. Uno che prova a risolvere i problemi, anche andando fino in fondo. Uno che non difende ad oltranza l’operato suo e dei suoi collaboratori, anche quando è indifendibile. Uno che prenda questi tre anni e mezzo della medusa di Tursi e faccia il contrario. Sbaglierebbe qualcosa, ma per il calcolo delle probabilità farebbe meglio di chi l’ha preceduta, così come uno che – da sindaco – lanciasse la monetina ad ogni decisione: avrebbe almeno il 50% di probabilità di successo. Rispetto allo zero dell’attuale giunta, sarebbe un gran passo in avanti.

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