TIGULLIO VINI, UN'OASI DI GUSTO

Tigullio Vini è una manifestazione che, per gli amatori nostrani del buon bere, si sta affermando da diversi anni come un appuntamento importante per il mondo dell’enologia ligure, non solo e non tanto per quanto riguarda le produzioni locali, ma anche – e, forse, soprattutto – per quelle aziende che intendono proporsi al pubblico delle due riviere.
Premesso che certe sensazioni, certi piaceri, certi gusti, non si possono demandare a terzi – diceva Veronelli, il fuoriclasse d’ogni tempo dell’enologia italiana, che ogni vino ha un rapporto diverso con chi lo beve – il vostro casellante ha partecipato a questo piccolo florilegio di prelibatezze in bottiglia, raccogliendo impressioni e collezionando delizie.
Attesa l’alta qualità generale delle proposte (erano presenti case celeberrime), e nel rilanciare la sfida di designare la loro personale preferenza ai tanti amici del Casello a loro volta presenti tra i banchi della Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale di Genova, tra le molteplici squisitezze degustate vi racconto in breve del vino che mi ha colpito di più: l’Etna Rosso Serra della Contessa di Benanti (95% Nerello Mascalese – 5% Nerello Cappuccio), un vigoroso quanto armonioso vino dell’entroterra catanese che sorprende il naso per la tipicità dei profumi e non meno il palato per l’articolata tavolozza di gusti. Vino che ben si presta ad accompagnare secondi piatti importanti, capace di invecchiare senza rughe, sembra essere lì apposta a testimoniare gli enormi progressi della viticoltura siciliana degli ultimi anni. Con l’aggiunta dell’avere a base delle proprie armonie due antichi vitigni autoctoni, che beneficiano in modo evidente delle moderne tecniche di coltivazione e di vinificazione.
Ma è solo uno tra i tanti, grandi vini incontrati a Tigullio Vini, e non voglio fare torti a nessuno. Perché la cosa che più colpisce, uscendo da questi eventi, è l’amore con il quale produttori e distributori trattano il loro prodotto. Il frutto di tanta devozione va anzitutto e sol per questo rispettato; e poi, non può che essere eccellente. Agli amici del Casello la giusta chiosa.

UNA RISATA LA SEPPELLIRA'!


Dovrebbe essere un momento triste, un funerale. E forse, per il peggior sindaco che Genova ricordi, può essere così. Ma l’atmosfera che si respirava in via Garibaldi, oggi, con orchestrina, bara con il “de cuius” e corona di fiori, era al contrario piuttosto ilare. Così ilare da provocare grasse e rotonde risate nei partecipanti al funerale più spiritoso della storia, quello alla pessima giunta Vincenzi.
Organizzata (benissimo) dall’associazione Merito, al turibolo il “Celebrante” Maurizio Gregorini, vero ispiratore di questa trovata intelligente e spiritosa, questa manifestazione di dissenso ha colpito nel segno per ironia, significato, ma anche senso della misura: niente sguaiatezze da “no global”, niente cori da antagonisti duri e puri, niente volgarità. Purtroppo, anche “niente opposizione”, come del resto da due anni a questa parte. E anche questo è un problema che dovrà essere affrontato.
C’erano invece i portantini, i genovesi vestiti a lutto, ed anche fotografi, cineoperatori, giornalisti, curiosi, passanti, persino turisti a caccia di un’immagine originale. Mancava lei, la sindachessa lessa, che con i suoi compagni di merende ha preferito ignorare l’evento, anche a livello di comunicazione (e chissà quanto, a lei così poco sportiva, dev’essere costato) ed entrare – gesto vigliacco, da coniglio, in sintonia con il personaggio e i suoi accoliti, dimostrazione di timore per una piazza vessata – per una porta secondaria a Tursi. Quella dalla quale ci piacerebbe vederla uscire, tra uova e pomodori, definitivamente dal nostro orizzonte.
Purtroppo per tutti noi, ad oggi il sindaco è ancora lei, quella dell’ICI più cara d’Italia ma sempre per colpa degli altri, delle zone blu anche sui piazzali privati, dell’AMT piena di debiti e incapace di riformare se stessa ed il servizio pubblico, delle spregiudicate operazioni immobiliari a Carignano (spacciate per servizio alla cittadinanza, e con fior di connivenze!), delle impudiche imprese al Lido e a Vernazzola, sbertucciate persino alla TV, come fosse una Wanna Marchi qualunque (ma il ceppo sembra proprio quello…).
Ma proprio come i partecipanti di oggi più volte hanno evidenziato, una risata la seppellirà. Non sempre sono i migliori quelli che se ne vanno…

IL PDL E LA SCONFITTA IMMAGINATA (DAGLI ALTRI)

E adesso ci sarà anche chi vorrà dire che il grande sconfitto della tornata elettorale europea è il PDL! Perchè è questo che gira su TV, giornali, radio, internet, bocche, sederi e via elencando: il PD ha tenuto (- 7% rispetto ad un anno fa, - 5% rispetto alle precedenti europeee 2004, anno del primo esperimento congiunto - sotto la regia del narcomortadella - tra le due sinistre italiane); il PDL ( - 2% scarso rispetto ad un anno fa, quando però il partito unico ancora non esisteva) ha perso.
Perchè ha perso il PDL? Perchè non ha sfondato. Non ha dilagato. Non ha stravinto. Non ha fatto - diceva il sempre spiritoso Piero Fassino, a urne appena chiuse - quel salto al 45/48% che ipotizzava Berlusca (che in effetti su certe cose continua a fare un po' lo sborone).
Perchè ha retto il PD? Perchè non si è sciolto. Non si è squagliato come neve al sole. Non è sceso al 20/21% come vaticinavano i nemici. Giusto. Del pari, la Reggina non può considerarsi insoddisfatta del campionato, perchè è sì retrocessa, ma non è arrivata ultima e ha fatto trenta punti.
Bah! Lasciamo a quella simpatica sagoma di Franceschini il suo anti di qui, anti di là. La sitiuazione è questa: con un'uscita imbelle di uno scriteriato che in Sicilia è costata 800.000 voti al solo PDL (toh, sarebbe stato un 2 % in più), e con un astensionismo notevole (ma pur sempre inferiore al resto d'Europa), ed è il caso di ricordare che tre astenuti su quattro sono solitamente del campo moderato, la coalizione al governo non solo tiene, ma nel complesso si rafforza. Porta via province e comuni in quantità industriale alla sinistra, e non solo quelli che erano finitì di là della disgraziata tornata del 2004 (come ho sentito sostenere da qualche male informato). E ora si accinge a tentare un'altra rimonta in ballottaggi che solo due/tre anni fa sarebbero stati un'utopia.
Certo, le responsabilità verso il Paese e le amministrazioni locali aumentano. E qui si misurerà la capacità di ben governare. Ma i numeri e il primo anno di gestione lasciano la sensazione che il centro destra stia andando un po' meglio - più deciso, più preciso - del 2001. Se sono rose...