CARO GIANFRANCO, COSI' NON VA.

Lascia molto perplessi l’atteggiamento di Fini e dei suoi in questa fase politica. Siamo all’indomani delle elezioni amministrative, che hanno restituito pieno vigore all’azione del governo, enfatizzando il meritato ruolo locale della Lega, unico, vero partito del territorio e come tale premiato dagli elettori.
Ci sono quindi le premesse per andare avanti e farlo con costrutto, lasciandosi alle spalle veleni e processi: le riforme, l’economia, il mondo del lavoro, la sicurezza….
A maggior ragione le uscite di Fini – che incassa però il pesante smacco di una larga fetta di ex aennini che gli preferiscono la stabilità del referente politico – appaiono incomprensibili. A suo dire, la Lega va arginata e la gestione dev’essere più collegiale.
Sul primo punto, ci si chiede il perché. Forse per le boutade autonomiste di Bossi e di Calderoli, o per il folclore del popolo padano? Se è così, il respiro dei finiani è corto: la Lega, dove governa, lo fa bene, con amministratori che dicono (e fanno) per la gente quello che la gente vuole sentirsi dire e veder fare. Se poi sono cose rozze, come sostiene qualcuno, francamente non si vede perché ci si dovrebbe preoccupare: per decenni ci siamo dovuti sorbire le idiozie circa la “lotta di classe”, il proletariato, i lavoratori, categorie di una rozzezza infinita, e oggi ci dovremmo preoccupare per le istanze – spesso giustificate, tra l’altro – della Lega? Con la differenza che, all’epoca, i “proletari” non li voleva nessuno, e restavano all’opposizione. Oggi la Lega la votano. O vogliamo forse una democrazia selettiva (tu puoi, anche se non ti votano; tu non puoi, nemmeno se ti votano)?
Sul secondo, al limite, si può concordare, e si può trovare un terreno d’intesa. La gestione del PDL – inteso come partito – lascia perplessi. Le situazioni locali sono gestite in modo personalistico e con scarso senso della realtà. La vicenda della Puglia – dove Vendola starnazza di un successo che in realtà è una defaillance degli avversari – dovrebbe insegnare.
Ma anche la nostra Liguria fa scuola: a quando un congresso, a quando cariche locali elette dalla base? Forse, in questo modo anche qui si potrebbero creare le condizioni di un’alternativa alla pessima sinistra ligure. Che governa perché gestisce il potere in modo sovietico, ma ancor più per mancanza di avversari.

1 commento:

Anonimo ha detto...

non mi è mai piaciuto il "delfino" di Almirante.
Non mi piacciono gli incoerenti,i voltagabbana, i "correntisti" e gli sfasciatori di governi.
gianfranco rientra in tutte queste categorie...preferisco un "compagno ottuso" che un essere che non rientra in nessuna categoria!
enzo