CON IL BICCHIERE IN MANO...

E’ diventato assai di moda, da oltre un decennio a questa parte, l’atteggiarsi ad intenditori di vino. Proliferano i corsi, ufficiali e non, per diventare degustatori, sommelier, assaggiatori, collaudatori, bevitori, enologi, cantinieri, e chissà quante altre tipologie, più o meno riconosciute, più o meno valide.
Affronteremo altrove questo argomento: per ora mi voglio limitare ad un richiamo più generale che riguarda il rapporto che noi italiani abbiamo con il vino. Un rapporto culturale, oso dire, perché questo mi ha insegnato la lettura di quel fuoriclasse (anche di lui parlerò con maggiore dettaglio) di Luigi Veronelli, il padre assoluto dell’enologia italiana nonché del giornalismo enogastronomico.
Il rapporto è tra chi beve ed il “suo” vino. Compri del buon vino, diceva Veronelli, se lo sai riconoscere buono.
Proprio su questo concetto richiamo la tua attenzione, amico che transiti al Casello. Non “vino costoso”, o super referenziato, o tre bicchieri e cinque damigiane nella guida Pirletti: ma quello che interagisce con te, e che tu sai riconoscere buono.
Evviva, allora, i produttori a te noti, come le tante cantine sociali che prosperano nel nostro nord ovest, ed in particolare subito alle spalle dell’Appennino Ligure. Vini del territorio, fatti con l’uva conferita dal vignaiolo, che sa bene come condurre i propri filari. E produzioni che, ad onta di prezzi alla portata di tutte le tasche, si fanno ben valere anche nei tanti concorsi che annualmente si tengono ovunque per il mondo.
Non mi posso dimenticare quella sera che, dopo una suggestiva salita zaino in spalla da Manarola, nelle Cinque Terre, ci trovammo in una splendida ed umbratile cantina di Volastra, dove venne spillato per noi – fresco premio alle nostre fatiche – un bicchiere del celebre Bianco di quelle terrazze famose in tutto il mondo.
Chissà quante di queste avventure hai vissuto tu, amico del Casello: perché non le racconti, qui, nei commenti?

2 commenti:

iltibe ha detto...

Non posso che essere daccordo con "l'intenditore Viscardi". Troppo spesso il consumatore è guidato nelle sue scelte e quindi nei propri acquisti dalle recensioni di guide sui vini più o meno famose. Ho sempre creduto che la distinzione principale tra due vini è se è uno "fatto bene" oppure no. In altri termini, se il coltivatore e poi il produttore "sanno fare il vino" come Dio comanda o se, per esempio, si fanno aiutare da strane alchimie chimiche per rendere più profumato un vino che di suo ha "solo" i profumi del suo vitigno e delle terra in cui cresce. Mai come in questi ultimi anni è importante valutare il rapporto qualità-prezzo. Ci sono vini che costono molto ma che valgono tutti gli euro che bisogna pagare per comprarene una bottiglia. Ci sono però una marea di vini che costono un'esagerazione rispetto al loro valore. Bisogna allora andare in giro e scoprire quelle realtà vitivinicole magari piccole e che non hanno budget pazzeschi da impegnare in campagne pubblicitarie ma che fanno un vino non solo decoroso ma addirittura buono se non ottimo.

francesco 85 ha detto...

4000 mila contatti! un bel brindisi per il Casello!in alto i cuori e i bicchieri!