LA FERROVIA GENOVA CASELLA: UNA GLORIA GENOVESE IN DIFFICOLTA'




Scampata miracolosamente alla falcidia che dagli anni sessanta in avanti ha colpevolmente sottratto al nostro Paese migliaia di chilometri di linee ferroviarie, la Ferrovia Genova - Casella sta attraversando uno dei momenti più duri della sua storia ottantennale.
Una sfortunata sequenza di problemi al materiale rotabile, uniti alla difficoltà di effettuare le normali operazioni di manutenzione per un serio inconveniente strutturale all’officina, ha costretto l’amministrazione della ferrovia a sostituire il settanta per cento dei convogli feriali con autoservizi gestiti dall’Azienda Trasporti Provinciali.
Sono poche le elettromotrici disponibili al momento, in attesa della riparazione di alcune unità, ma i tempi per mezzi così “specializzati” sono piuttosto lunghi (sei mesi per le riparazioni più leggere, un paio d’anni per quelle più complesse) ed allora bisognerà attendere ancora qualche mese per una completa ripresa del servizio ferroviario. Così una delle linee più suggestive d’Italia, meta di appassionati di ogni latitudine, compagna di viaggio per pendolari e turisti, è ora costretta a ricorrere ad autoservizi sostitutivi per sette delle dieci coppie previste nei giorni feriali e a rendere più complicata la vita di quanti (escursionisti, scout, famiglie) sono soliti approfittare del trenino più amato dai genovesi nei giorni festivi.
Qualcosa dovrebbe mutare a breve invece negli assetti societari. L’attuale proprietario della ferrovia, la Regione Liguria, ha in progetto una gara europea per l’esercizio e la gestione della linea. Sarà interessante vedere come si muoveranno i nuovi attori per il rilancio di una struttura fondamentale per l’economia delle zone attraversate e della stessa Genova.
A giorni sarà indetta, inoltre, una gara per la fornitura di un nuovo elettrotreno articolato a due o tre casse che abbia caratteristiche adeguate alla linea (buone capacità arrampicatorie e poca aggressività nei confronti del binario) con un finanziamento di 4,4 milioni di euro. La formula ideale sarebbe quella del “tram-treno”, già diffusa in Europa e non ancora in Italia, proprio per la sua leggerezza e versatilità, e sarebbe auspicabile l’acquisto di più convogli di tale tipo per ammodernare l’intero servizio di questa tipica ferrovia.
Certo adesso spiace vedere questo gioiello di ingegneria ferroviaria in tale condizione di fatica. Ma il trenino, in ottant’anni di storia, ha già vissuto momenti difficili, e saprà superare anche questo, visto che le prospettive non mancano.

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