150 ANNI D'ITALIA, ANCHE PER LE VITTIME DI TITO E GLI ITALIANI D'ISTRIA, QUARNARO E DALMAZIA


Domani, 10 febbraio, è il "Giorno del Ricordo", dedicato alla memoria delle vittime delle persecuzioni titine ai danni di Italiani nei territori italiani (che non smettono di essere tali) attualmente sotto sovranità di altri stati.
I "martiri delle foibe", certo; ma anche coloro che subirono l'espropriazione di ogni loro bene e dovettero lasciare il "paradiso comunista" del peggior anti-italiano della storia (nel centocinquantenario è bene ricordarselo): il famigerato Josip Broz, "il maresciallo Tito".
Abbiamo il dovere di "partecipare", senza "se" e senza "ma", anche per riparare al torto che bieche ragioni opportunistiche fecero perpetrare ai danni di centinaia di migliaia di nostri connazionali.
Un dovere che deriva anche dal pessimo esempio di come la storia del dopoguerra ci sia stata raccontata, specie nelle scuole. Un dovere che non ammette dimenticanze nè giustificazioni, che pure qualcuno ciclicamente esibisce.
Chi volesse approfondire l'argomento troverà su Facebook la pagina dedicata a Norma Cossetto, la martire che più di chiunque altro incarna la tragedia dei nostri confini orientali.

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