INUTILE, HA GIA' VINTO LUI

“Questo ha già vinto!”. Lo penso – mi si autoesclama in testa tutte le volte che prendo l’aereo – di Osama Bin Laden, e della sua strategia del terrore. Quello raffinato, che fa macerare l’avversario e lo fa spegnere lentamente nelle sue paure, non quello da macellaio che tanti lutti ha già provocato.
La sua anticrociata contro l’Occidente (Giudaico e Cristiano, e me ne vanto, con buona pace del verminaio laicista, il migliore alleato di chi ci vuole male) non ha nessuna possibilità di successo a suon di bombe. Ne ha invece molte – anzi, lo ripeto, ha già vinto – sul piano psicologico. Tutte le volte che devo prendere un aereo – e per fortuna parliamo di sei/otto occasioni all’anno, io continuo a preferire il treno – sono costretto a sottopormi al supplizio del Metal Detector.
Via giacche, orologi, financo la cintura, con risvolti grotteschi al di là del controllo, del tipo: panzoni affannati che ansimano alla ricerca dei passanti della braga a mezz’asta. Il tutto dopo una coda interminabile persino all’aeroporto di Genova, che non rifulge nel panorama internazionale per l’intensità dell’orario.
E penso che ha vinto lui, perché la paura della quale ha disseminato le nostre strade ha un peso economico (oltre che psicologico) che ci distruggerà.
Minuti che tendono ad ore di attesa, sottratte al lavoro e al divertimento; addetti alla sorveglianza costosi ma mai sufficientemente numerosi (e quindi minuti che tendono ad ore, continua continua); ritardi nell’imbarco che diventano ritardi alla partenza, che si trasformano in ritardi all’arrivo, che si tramutano in ritardi alla nuova partenza (oggi due aerei su due di quelli che ho preso erano in ritardo per “ritardato arrivo dell’aeromobile”). Il tutto, se qualcuno avesse voglia e tempo di fare due conti, ci costa una fortuna. E allora? C’è poco da fare: ha vinto lui.

1 commento:

Unknown ha detto...

Se "lui" avesse vinto solo perché si ha costretto a perdere più tempo per i controlli agli aeroporti (che erano più leggeri, ma c'erano già), ancora pazienza.
Ma "lui" ha vinto ogni volta che ci scopriamo a pensare, come lui, che il fine giustifica i mezzi.
Ogni volta che sacrifichiamo la libertà per la sicurezza.
Ogni volta che pensiamo a Guantanamo come a un male necessario.
Ogni volta che pensiamo che in fondo un terrorista si può torturare (e torturiamo anche Aristotele usando un sillogismo in cui scambiamo la conclusione con la premessa minore).