Siamo tutti revisionisti

Non sono rare le rubriche che trattano di storia, o di storie, e che recano come titolo o accompagnamento la frase: “Per non dimenticare”.
La mia intenzione è di ribattezzare quest’angolo del blog: “Per ricordare meglio”, oppure “Per studiare da capo”. Sono molti, infatti, gli episodi della storia, soprattutto quella contemporanea (che conosco meglio), che presentano lati oscuri, oppure si prestano o si presterebbero ad una rilettura in tutto o in parte diversa rispetto a quella che si è sempre data.
Certi argomenti restano infatti un tabù assoluto, strumentalizzati per decenni da chi se ne è servito per bieco opportunismo a fini ben diversi rispetto alla ricerca storica. Fatti e storie del Novecento italiano che si svolgono secondo canovacci diversi rispetto a quanto insegnato nelle scuole con atteggiamento più assolutista e veritativo che educativo e didascalico; vicende che conoscono due verità, entrambe degne – se non di essere parificate – come minino di essere ascoltate; questioni ancora irrisolte delle quali appena oggi si accenna sempre meno timidamente, perché disturbavano i manovratori. Insomma, c’è carne al fuoco anche per parlare di passato, senza preconcetti e con quell’atteggiamento di apertura che Renzo De Felice, uno dei nostri punti di riferimento più fulgidi, riteneva componente di base per chi si accosta alla storia senza secondi fini impregnati di presente.
Evviva sì, siamo revisionisti!

Nessun commento: